Gli otto passi dello Yoga
- Serena Schiavon
- 31 lug
- Tempo di lettura: 5 min
Circa 2.500 anni fa, il saggio Patanjali raccolse gli insegnamenti sullo yoga negli Yoga Sutra, introducendo il percorso degli Otto Passi o Rami dello Yoga, noto anche come Ashtanga Yoga (dal sanscrito asht, otto, e anga, arti o componenti).
Questo sentiero, ancora attuale oggi, ha l’obiettivo di:
purificare il corpo e la mente
padroneggiare i sensi
liberarsi dalle illusioni mondane
raggiungere una consapevolezza elevata.
Patanjali afferma che questi otto passi devono essere praticati in ordine, perché ciascuno costituisce la base per il successivo. Vediamoli insieme.

1. Yama – Etica verso gli altri
Gli Yama riguardano il modo in cui ci relazioniamo con il mondo. Sono principi di autocontrollo e integrità, sono cinque:
Ahimsa (Non violenza)
Il primo principio prevede di non arrecare danno a sé stessi o agli altri, né fisicamente né mentalmente. Anche alimentare il corpo o la mente con tossine (come cibo spazzatura e pensieri negativi), è considerato una forma di violenza.
Satya (Verità)
Essere onesti con sé stessi e con gli altri: significa vedere la realtà per ciò che è e comunicarla con chiarezza e compassione.
Asteya (Non rubare)
Non appropriarsi di ciò che non ci appartiene, sia esso denaro, tempo, idee, o energia emotiva.
Brahmacharya (Moderazione)
Mantenere equilibrio nei piaceri sensoriali per vivere nel mondo con consapevolezza e autodisciplina, evitando eccessi che distraggono dallo scopo interiore.
Aparigraha (Non possesso)
Coltivare il distacco dai beni materiali, dalle persone e dagli esiti. Non lasciare che desiderio, gelosia o controllo governino la nostra vita, per poter vivere con semplicità e appagamento.
2. Niyama – Disciplina verso sé stessi
I Niyama riguardano il rapporto con noi stessi e lo sviluppo interiore. Sono cinque:
Saucha (Purezza)
Prendersi cura del corpo, della mente e dell’ambiente, mantenendo pulizia e ordine. Include pratiche come igiene personale, meditazione e pensieri positivi.
Santosha (Contentezza)
Essere grati per ciò che si ha, trovando gioia nel presente mentre si lavora per i propri obiettivi.
Tapas (Autodisciplina)
Coltivare forza interiore e impegno per superare abitudini dannose, mantenendo il focus sul proprio scopo.
Swadhyaya (Studio di sé e di testi spirituali)
Riflettere su sé stessi attraverso domande profonde come “Chi sono?” o “Qual è il mio scopo?”. Include anche lo studio di testi sacri o ispiranti per sviluppare l'autocoscienza.
Ishvara Pranidhana (Riconsegna al Divino)
Riconoscere e accettare una realtà più grande, connettendosi con il divino o il principio universale. Restituire i frutti delle nostre azioni a una forza superiore, come Dio o l’universo, e fidarsi del processo.
Le Yamas e Niyamas sono principi progettati per trasformare in maniera positiva la nostra vita, delle pratiche etiche e personali che hanno lo scopo di allineare le azioni, i pensieri e le emozioni con la nostra vera essenza.
Attraverso le Yamas impariamo a vivere in armonia con gli altri e il mondo che ci circonda. Ci invitano infatti a coltivare valori come l’onestà, la non violenza e il distacco, essenziali per una convivenza equilibrata.
I Niyamas ci guidano nella relazione con noi stessi. Promuovono la purezza, l’autodisciplina e la connessione spirituale, aiutandoci a creare uno spazio interno di pace e chiarezza.
Insieme, Yama e i Niyama fungono da mappa verso una vita più autentica, piena e in armonia. Sono le fondamenta per progredire lungo il percorso dello yoga e raggiungere la realizzazione personale.
Continuiamo a esaminare gli altri sei passi, o rami dello Yoga.

3. Asana – Posizioni fisiche
Asana sono le posture fisiche che assumiamo durante la pratica dello yoga, negli Yoga Sutra si dice: Sthira Sukham Asanam, ossia che una posizione dovrebbe essere stabile e confortevole.
Le Asana aiutano a regolare ed equilibrare l'energia in tutto il corpo, rimuovendo i blocchi energetici nei canali pranici e stimolando i chakra (o centri energetici) situati nei diversi punti della colonna vertebrale. L'accumulo di tossine, tensioni o rigidità in qualsiasi parte del corpo può provocare un blocco energetico e lo squilibrio di tutto il sistema: le Asana aiutano a liberarlo.
Oltre a rafforzare e purificare il corpo, servono soprattutto a prepararlo per poter rimanere seduti in meditazione, magari all'inizio per cinque minuti, poi dieci, per arrivare a rimanere anche un'ora.
Quando pratichi le Asana, cerca sempre di farlo mantenendo viva l'attenzione a Yama e Nyama: per esempio rispettando il tuo corpo, mantenendo la stanza dove fai yoga o mediti pulita, praticando con gioia nel momento presente.
4. Pranayama – Controllo del respiro
Pranayama significa estensione o espansione della dimensione dell’energia vitale, e ciò avviene utilizzando la respirazione, per influenzare il flusso di energia nelle Nadi, i canali energetici.
Le tecniche di Pranayama forniscono il metodo tramite il quale la forza vitale può essere risvegliata e/o regolata per andare oltre i confini o i limiti individuali normali, raggiungendo uno stato più elevato di energia vibratoria e consapevolezza.
Ci sono diverse tecniche e la maggior parte devono essere supervisionate da una guida di Yoga, ma alcune, come Nadi shodhana e Ujjayi, possono essere praticate da tutti.
5. Pratyahara – Ritiro dei sensi
Pratyahara significa ritirare i sensi dagli stimoli esterni, evitando il sovraccarico sensoriale. Attraverso delle tecniche si dirige l’attenzione verso l’interno, si ritira la mente per gestirla e per cercare di non combattere con lei.
Le tecniche sono varie e includono: Yoga Nidra, Antar Mouna, Japa, canto dei Mantra.
6. Dharana – Concentrazione
Dharana è la capacità di concentrare la mente su un unico oggetto o pensiero.
In Daharana se la mente vuole andare qua e là, io non glielo permetto, creo delle barriere per non farla andare via, è un metodo per allenare la mente a non passare dei confini. In Pratyahara a volte la mente se ne va, mentre in Daharana no. Questa concentrazione è fondamentale per accedere alla meditazione profonda.
Esistono numerose pratiche che possiamo utilizzare per osservare il Dharana. Ad esempio, la concentrazione sul respiro, la contemplazione di una candela (tratak), ma anche Chidakasha Darhana, lo spazio della coscienza, ovvero quando prendi consapevolezza dello spazio in cui avvengono manifestazioni psichiche del subconscio. È una pratica collegata ad Ajna chakra molto importante.
Per raggiungere il passo successivo, la meditazione, è estremamente utile riuscire a concentrarsi su un solo aspetto. La filosofia degli Yoga Sutra ci aiuta a istruirci e a sostenerci in un approccio graduale all'illuminazione.
7. Dhyana – Meditazione
Dhyana è uno stato di meditazione continua e ininterrotta, in cui si sperimenta una connessione profonda con il proprio Sé autentico, oltre la mente e i sensi. In questo stato, si è pronti a osservare il proprio vero sé senza alcuna interferenza (come pensieri, ricordi, giudizi).
Secondo gli Yoga Sutra, una persona deve possedere un forte senso di concentrazione e la completa immobilità fisica e mentale è un passaggio assolutamente necessario nella meditazione.
Quando riuscirai a padroneggiare completamente Dhyana, la tua mente sarà in grado di fondersi con l’oggetto della meditazione e potrai percepire l’universo da una nuova posizione, come un essere diverso da quello che sei sempre stato. Con Dhyana diventiamo noi stessi ciò su cui meditiamo, con lo scopo finale di fondere la nostra mente con l’universo, ed è l’anticamera per l’illuminazione, per la realizzazione personale. Ti porta verso uno stato di coscienza assoluta, seppur separata, senza sofferenze, senza desideri e quindi senza conflitti, libera da tutto eppure saldamente ancorata all’universo.
8. Samadhi – Illuminazione
Samadhi rappresenta la libertà dall’illusione. È uno stato di unione con il Tutto, con il Divino, con l'Universo, in cui possiamo trascendere il tempo, lo spazio e l’ego, vivendo una consapevolezza pura, una gioia profonda e la conoscenza del nostro vero sé.
Vivere gli Otto Passi dello Yoga
Secondo Patanjali, praticare questi otto passi o rami, porta alla padronanza di sé stessi e alla realizzazione di una vita piena e significativa. Servono solo costanza, impegno e la volontà di crescere.
Asana e Pranayama servono per purificare il corpo e la mente. Praticando Pratyahara, puoi acquisire la gestione dei tuoi sensi e con Dharana, puoi ottenere il controllo della tua mente. Dhyana ti permette di connetterti con il tuo sé interiore e Samadhi ti permette di trascendere.
L'Ashtanga Yoga è un sistema completo di conoscenza che può aiutarti a raggiungere una vita realizzata e gioiosa.
Namasté.



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